BEATO PAOLO MANNA

BEATO PAOLO MANNA, FINESTRA AVELLINESE SUL MONDO DELLA MISSIONARIETÀ

Con il Concilio Ecumenico Vaticano II la Chiesa non doveva rimanere relegata in un luogo circoscritto, ma uscirne fuori ed annunziare il vangelo camminando a passo con i tempi. Padre Paolo Manna (Avellino 16/1/1872-Napoli 15/9/1952), beatificato il 4/11/2001 da S. Giovanni Paolo II, fu sempre attento ai tempi che cambiano. In un suo libro inedito: Osservazioni sul metodo di moderno di evangelizzazione, faceva emergere il suo pensiero molto tempo prima del Concilio celebrato dai Papi S. Giovanni XXIII, e S. Paolo VI. Il primo documento fu una lettera indirizzata al P. Tragella e pubblicata su Le Missioni Cattoliche,1928, pag. 309-314, che iniziò a Kengtung.

Nessuno mai prima di allora come superiore generale “aveva usato un linguaggio così chiaro e forte”, poi su riviste missionarie francesi: Revue de l’union Missionaire du Clergé de France (aprile 1929-gennaio 1930), e sul Bullettin des Missions del Belgio (settembre-ottobre 1928). Il dattiloscritto di 82 pag.: ” Osservazioni…” fu inviato in forma confidenziale ad amici: Van Rossum, Laurenti, Lèpicier. Il PIME di Trentola Ducenta lo usò come testo per una riflessione apostolica dopo 30 anni, e poi il PIME del Bangladesh. P. Giuseppe Buono, PIME, morto il 1/10/2019, nel 1977 lo rese pubblico con una tesi presso la Gregoriana di Roma, seguito da un altro lavoro del sacerdote comboniano, p. Giuseppe Butturini, La fine delle Missioni in Cina nell’analisi di P. Manna, EMI 1979. In Osservazioni…, si indicava il rifiuto dell’Occidentalismo e le loro protezioni interessate.

Educare i sacerdoti autoctoni con programmi diversi dall’occidente, il latino con tanta stima, non era la lingua adatta, usare la loro, usufruire del servizio dei catechisti locali, no a fiducia nel denaro e ai mezzi materiali. Una eventuale revisione, per un tempo limitato della legge sul celibato nelle Chiese nascenti, a favore di cristiani adulti e zelanti da elevare al sacerdozio. Una presentazione essenziale della teologia dogmatica e morale. La salvezza delle anime è la prima legge. La conversione del mondo è la più grande delle rivoluzioni, ed esige mezzi rivoluzionari, un ritorno ai metodi della Chiesa primitiva ché allora non si faceva questione di celibato o di lingua liturgica, (Cf Benedetto XV, Maximum Illud, del 30/11/1919). Non esiste Chiesa senza l’Eucaristia idea di Manna, che vide conferma in Presbyterorum Ordinis, 5”: […] fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione”.

Questo era un intento della mostra esposta nell’ex Officine, dell’ex carcere Borbonico e Museo Irpino di Avellino dall’11-21/9/2019, Padre Paolo Manna e la sua storia, altre e quant’altro nelle Chiese della Città, Villa Amendola. Egli attuò una conversione missionaria validissima e salutare, il confronto in loco con altri missionari lo portò a capire meglio il problema e a tirare le conclusioni. Le lezioni di Papa Francesco, “servi senza utile”, e Paolo Manna, ritornano alla mente. Una vita missionaria, marcata da passione e amore tutto Apostolico tipico dei primi tempi del Cristianesimo, si propongono i membri dell’ufficio missionario diocesano, o Centro Missionario Diocesano (CMD), nato nel mese di settembre del 1969. È un luogo di spiritualità missionaria: studio, meditazione, e preghiera per la missione ricevuta dal Signore nel Battesimo e successive chiamate, accompagnano ogni suo momento ed evento. Animazione, cooperazione e formazione missionaria, un lavorare insieme con tutti gli altri organismi. Il nostro pensiero, sarà quello di ricordarlo dove nacque nella sua vecchia casa natale a tre piani di Via Nappi in Avellino, dove gli eventi passati da quelli bellici a quelli naturali, hanno cancellato la memoria.

Don Daniele Picariello

Vicedirettore dell’Ufficio Missionario della Diocesi di Avellino